La storia della Vespa dalle origini
Il nome Vespa, la nascita di un mito
Al momento della presentazione ufficiale al pubblico, il prototipo realizzato da Corradino D'ascanio apparì a molti un progetto improponibile. E fu Enrico Piaggio, esclamando "sembra una vespa!", a siglarne definitivamente il destino. Da quell'aprile 1946, quando lo scooter più famoso del mondo fece il suo debutto in società al Golf Club di Roma (era
Tutto iniziò nel 1945
Piaggio, la ricostruzione
Nel 1945 Enrico Piaggio, titolare della Piaggio & C., azienda che sino ad allora si era cimentata in vari ambiti della produzione di mezzi di trasporto, si trova a dover ricostruire un complesso industriale decimato dal conflitto mondiale. Le truppe tedesche avevano trasperito macchinari e linee produttive da Pontedera, dove dal primo dopoguerra si era insediata l'azienda, a Biella. Proprio in quella città è nato, nel giro di pochi mesi, quello che è divenuto lo scooter più famoso del mondo.
L'intuizione
Lo stato dello stabilimento non era altro che lo specchio delle drammatiche condizioni dell'intero Paese. Fra i calcinacci ed i ruderi bellici, la popolazione italiana diede vita ad un singolare fenomeno di ripresa. Pochi anni dopo si parlerà di «miracolo economico». Una crescita rapida e che interessò ampi settori della società, resa possibile anche da geniali intuizioni tecniche ed imprenditoriali. Da alcune di queste è nata
D'Ascanio non amava la motocicletta. Proprio per questo ne risultò un progetto rivoluzionario, uno scooter con telaio a scocca portante in lamiera d'acciaio, con gli organi meccanici coperti - così da garantire la massima pulizia - e le ruote intercambiabili, montate a sbalzo. Analizzando quello che in effetti non era uno dei migliori momenti per tutta l'economia italiana venne fuori l'intuizione di Enrico Piaggio , l'Italia mancava di tutto, mentre i reduci di ritorno dal fronte o dalla prigionia, una volta ricomposte le famiglie, chiedevano lavoro. Un paese che mancava di comunicazioni per le strade distrutte, l'inefficienza delle ferrovie, la cronica carenza di mezzi di trasporto uniti
Enrico Piaggio il fondatore
al bisogno di riallacciare comunicazioni e quindi riprendere i contatti per la ripresa del lavoro, del commercio, dello scambio, mettevano in condizioni un gran numero di persone di poter disporre di un veicolo che fosse pratico, economico, con un costo limitato di esercizio e di consumo. Dall'esigenza di poter guidare questo mezzo senza togliere le mani dal manubrio nasce l'idea del comando del cambio a manopola. Il motore costituisce un complesso unico, di dimensioni compatte, con la ruota montata direttamente sull'albero secondario del cambio. Dunque trasmissione diretta, senza la mediazione di catene, ingranaggi o alberi cardanici. La forcella monobraccio fu probabilmente ispirata dalla soluzione impiegata sui carretti aeronautici, aventi anch'essi la ruota a sbalzo. Il primo prototipo di D'Ascanio, denominato MP6, piacque subito al dott. Piaggio. Esso preannunciava già molte caratteristiche della prima Vespa prodotta in serie, la «98». I collaudi evidenziarono problemi di surriscaldamento, poichè il motore era raffreddato ad aria ma senza essere sottoposto ad alcuna ventilazione: l'ampio scudo paragambe non consentiva un regolare afflusso dell'aria sull'alettatura del gruppo termico. D'Ascanio risolse anche questa anomalia, con un'altra geniale soluzione: applicò una ventola al volano magnete, abbinata ad un convogliatore, così
Catena di montaggio a Pontedera
Con 68.000 lire il costo della Vespa, si poteva cominciare a muoversi in città nelle strade non asfaltate di allora, nelle campagne, sui monti, nei posti di mare;
Sempre
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